Per proteggerlo dal rischio di leishmaniosi, difendilo dalla puntura dei pappataci.
Esiste dai tempi dei faraoni. Una malattia antica, la leishmaniosi, che ancora va tenuta sotto controllo. È del 1984, il primo rapporto sulla malattia emesso dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che oggi, per controllarla nell’essere umano, prevede un piano di sorveglianza internazionale.
Tra gli animali colpisce soprattutto il cane, che ne è il principale serbatoio, ma può riguardare anche altri mammiferi tra cui, meno frequentemente, anche il gatto.
Trattandosi di una zoonosi (che colpisce anche l’essere umano), in Europa per contrastare la leishmaniosi si sposa un modello di sorveglianza sanitaria integrata (umana e veterinaria), in un’ottica di controllo One health.
La leishmaniosi è causata da un protozoo. Ecco, per fare chiarezza cominciamo dai nomi:
- “Leishmaniosi” è il nome della malattia;
- Leishmania infantum, invece, è il parassita (protozoo) che causa la malattia in Italia.
Dove è maggiormente diffusa? La leishmaniosi animale è endemica nel sud dell’Europa ed è molto presente anche in Italia, soprattutto al centro-sud e nelle isole. Tuttavia questa distinzione territoriale, complice anche il cambiamento climatico, negli ultimi anni non è più così netta.
Come si trasmette la leishmaniosi
Sommario
Non è il cane infetto a trasmetterla direttamente; la trasmissione avviene tramite un insetto vettore.
Gli insetti vettori della leishmaniosi sono i flebotomi (soprattutto, il Phlebotomus perniciosus). Anche detti pappataci, questi piccoli insetti somigliano alle zanzare e come loro volano, pungono e succhiano sangue (ematofagi).
Come trasmettono l’infezione? Il flebotomo femmina, pungendo un animale già infetto, si infetta a sua volta succhiandone il sangue; così, quando pungerà di nuovo, infetterà altri animali. Per questo, al fine di contenere la diffusione della malattia, vanno protetti dalla puntura del flebotomo tutti i cani che vivono in zone endemiche. Il medico veterinario saprà fornirti tutte le indicazioni del caso.
I sintomi della leishmaniosi nel cane
La leishmaniosi è una malattia cronica sistemica, che può coinvolgere l’intero organismo animale con diversi sintomi e diversi gradi di gravità.
A che cosa è dovuta l’ampia variabilità dei sintomi? Principalmente al sistema immunitario del singolo ospite, e a come esso interagisce con il protozoo Leishmania.
I quadri clinici di leishmaniosi canina riconoscono diversi stadi e i sintomi, nel complesso, possono essere:
- Localizzati (come quelli oculari, o cutanei);
- Sistemici (diffusi in diversi distretti dell’organismo).
Qualche differenza di razza?
È stata evidenziata una maggiore suscettibilità a sviluppare la malattia in alcune razze, come:
- Boxer
- Pastore tedesco
- Rottweiler
- Cocker spaniel.
Rispetto all’età, invece, la leishmaniosi tende a manifestazioni più evidenti in cani al di sotto dei tre anni e sopra i dieci.
La presenza di altre patologie concomitanti può complicare il quadro, anche nel gatto; meno interessato del cane, il gatto presenta sintomi soprattutto cutanei ma meno specifici.
Il trattamento per la leishmaniosi canina
Esistono gruppi di studio e apposite Linee guida, che supportano il medico veterinario dalla diagnosi della leishmaniosi alla sua stadiazione, fino al monitoraggio e alle misure di prevenzione.
Il professionista ne terrà conto anche rispetto alla scelta del trattamento, considerando anche i diversi stadi della leishmaniosi canina.
Tra i farmaci di prima scelta nel cane ci sono la meglumina, la melarsomina e la miltefosina, e l’allopurinolo, che può essere più o meno associato alle altre molecole, a seconda dello stadio della malattia. Nel gatto ci sono meno evidenze scientifiche, ma empiricamente l’allopurinolo viene impiegato anche nella specie felina.
Come prevenire la leishmaniosi del cane
I flebotomi che trasmettono la leishmaniosi stanno via via espandendo la loro diffusione e l’infezione va aumentando anche in aree dove prima era meno presente. Diverse, le misure di prevenzione dette “di massa”, tra cui l’anagrafe canina e la lotta al randagismo.
Che cosa puoi fare tu, come proprietario? Provvedere alla prevenzione “individuale” del pet, proteggendolo dalla puntura del flebotomo, seguendo prescrizioni e indicazioni veterinarie. Esistono prodotti antiparassitari a uso esterno, tra cui collari e pipette spot-on, che presentano anche un’azione repellente nei confronti del flebotomo; quelli a base di piretroidi, per esempio, da usarsi solo sul cane perché sono tossici nella specie felina. Leggi sempre il foglietto illustrativo, prima di applicarli.
È possibile vaccinare il cane contro la leishmaniosi? Sì, in Europa sono stati autorizzati due vaccini per il cane, uno nel 2011 e l’altro nel 2016: non prevengono l’infezione, ma riducono la comparsa e la gravità della malattia.
Per aumentare la protezione, potrai applicare zanzariere a maglia stretta alle finestre, evitare di portare il cane a spasso all’imbrunire e di farlo dormire all’aperto in estate, visto che i flebotomi hanno attività crepuscolare e prediligono la stagione calda.
Anche se vivi in zone dove la malattia è meno presente che altrove, potresti portare Fido in vacanza in aree dove i flebotomi sono più attivi; perciò, prima di spostarti, chiedi sempre indicazioni al medico veterinario.
E se il pet ha già contratto l’infezione? Applica il protocollo terapeutico prescritto e coadiuva il medico veterinario nel monitoraggio dell’animale nel tempo. In qualsiasi caso, la tua collaborazione è importante.