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Cani, gatti e zanzare

Le zanzare sono insetti dell’ordine dei Ditteri. Volano e pungono, lo sappiamo bene, ma va ricordato che sono anche vettori di diverse malattie, con importanti possibili risvolti sulla salute umana e animale

È solo la zanzara femmina, a pungere. Lo sapevi? I maschi non succhiano sangue e hanno una proboscide con mascella e mandibole minime o proprio assenti. Le femmine, invece, sono le sole a pungere e a fare il pasto di sangue (ematofaghe), grazie al loro particolare apparato buccale. La puntura della zanzara non procura solo il fastidioso prurito a tutti noto, ma può arrecare dei danni ben maggiori, essendo anche un potenziale vettore di malattie.

Le zanzare possono trasmettere importanti infezioni virali all’essere umano, come Dengue e Chikungunya. Esiste anche un apposito Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi: le arbovirosi sono, appunto, quelle virosi trasmissibili attraverso gli artropodi, tra cui gli insetti. Insomma, la protezione dalle punture di zanzara è importante. E questa indicazione vale non solo per noi, ma anche per cani e gatti.

Ma quali sono le infezioni trasmissibili al pet dalla zanzara?

Le filariosi, che riguardano soprattutto il cane ma anche il gatto nonché, talvolta, anche l’essere umano.

Gli agenti causali delle filariosi sono vermi, o nematodi:

  • La Dirofilaria immitis è l’agente causale della filariosi cardiopolmonare del cane, prevalentemente, ma anche del gatto.
  • La Dirofilaria repens, invece, è l’agente della forma sottocutanea di filariosi, che in Europa è quella ritenuta a maggior potenziale zoonosico.

Quali filariosi?

 Le malattie da vettori si spostano quando si sposta il vettore, ovviamente. E, anche complice il cambiamento climatico, se prima la filariosi cardiopolmonare si circoscriveva per lo più al nord Italia, ultimamente viene segnalata anche al sud e nelle isole.

 Filariosi cardiopolmonare: è sostenuta dal nematode Dirofilaria immitis. Immaginiamo, per capire il ciclo, che ci siano una zanzara A e una zanzara B. Una zanzara infetta che chiameremo A punge un cane e gli trasmette le larve infestanti del nematode. Dopo una migrazione che può durare mesi, il verme adulto (lungo anche 30 centimetri) arriva nel cuore destro e nell’arteria polmonare del cane e lì si riproduce, immettendo nuove larve nel circolo sanguigno dell’animale, che potranno essere nuovamente succhiate da una zanzara B, nel pasto di sangue. A questo punto, il ciclo ricomincerà da capo, quando la zanzara B farà a sua volta da vettore, pungendo un nuovo ospite.

 La filariosi cardiopolmonare in cane e gatto è un’infezione grave, anche fatale.

Nel cane, solitamente i sintomi si presentano gradualmente, spesso a partenza da una tosse tendenzialmente cronica, con possibilità di altri sintomi come difficoltà respiratoria (dispnea), abbattimento, sincopi e morte, solitamente correlata a insufficienza cardio-respiratoria.

Nel gatto, più spesso la filariosi cardiopolmonare è asintomatica e può tendere a guarire spontaneamente; tuttavia, può comportare una grave sindrome polmonare e risultare fatale anche in questa specie, con morte improvvisa.

  • La filariosi sottocutanea, invece, è dovuta al nematode Dirofilaria repens e può procurare noduli sottocutanei “freddi”, non dolenti e mobili. Da non dimenticare, qui, il maggior potenziale zoonosico.

Secondo Esccap (European Scientific Counsel Companion Animal Parasites), la prevalenza della filariosi felina è circa un decimo rispetto a quella del cane.

 La prevenzione è importante, per lui e per te

Nel cane, la prevenzione mensile con lattoni macrociclici agisce contro le larve trasmesse dalle zanzare e solitamente si effettua per l’intera stagione di trasmissione: in Italia, indicativamente, s’inizia prima della stagione di volo delle zanzare e si protrae fino al tardo autunno.

Come riportato anche da Esccap, nel cane è possibile anche un approccio preventivo combinato con la permetrina locale, con un’azione repellente contro le zanzare solitamente di 4 settimane (può variare, a seconda della formulazione impiegata). Lo scopo di questo approccio combinato, ovviamente, è quello di ridurre il più possibile il rischio delle punture di zanzara, anche grazie a prodotti repellenti a uso topico.

Anche in base all’area geografica e al rischio d’infezione, il medico veterinario valuterà la possibilità di fare prevenzione anche nel gatto, impiegando molecole adatte a questa specie. Non impiegare mai prodotti destinati a una specie animale, in un’altra specie; questo vale soprattutto per i piretroidi (tra cui anche la permetrina, che è un piretroide di terza generazione), che nel gatto sono tossici.

Bando al fai da te, quindi, e segui sempre prescrizioni e indicazioni del medico veterinario e quanto riportato sul bugiardino. E zanzariere alle finestre, meglio se a maglia stretta (<0.4 mm²).